Il burnout è una condizione di esaurimento fisico, emotivo e mentale causata da stress prolungato o sovraccarico, tipicamente in contesti lavorativi, è caratterizzato da sintomi come affaticamento cronico, cinismo, sentimenti di inefficacia e mancanza di realizzazione personale.

Le generazioni più colpite dal burnout variano in base a diversi fattori, tra cui tipo di lavoro, ambiente lavorativo, aspettative sociali e individuali, e l’equilibrio tra vita lavorativa e privata. Tuttavia, alcune ricerche suggeriscono che i millennial (nati tra il 1981 e il 1996) e la Generazione Z (nati dal 1997 in poi) siano particolarmente vulnerabili al burnout. Questo può essere attribuito a diversi fattori, come la pressione di avere successo in un mercato del lavoro competitivo, l’instabilità economica, e l’uso intensivo di tecnologia e social media, che possono portare a una sensazione di dover essere sempre “connessi” e produttivi.

La pandemia di COVID-19 ha aumentato il rischio di burnout in molte persone, a causa di stress aggiuntivi come il lavoro da remoto, l’incertezza economica e i cambiamenti nelle routine quotidiane.

Le sfide legate alla gestione del lavoro e della vita privata, insieme alla mancanza di separazione fisica tra questi due ambiti, hanno contribuito ad aumentare il livello di stress e burnout, soprattutto tra i giovani lavoratori.

Per affrontare il burnout, è fondamentale adottare un approccio olistico che includa la gestione dello stress, il bilanciamento tra lavoro e vita privata, il supporto psicologico, e la creazione di un ambiente lavorativo che promuova il benessere e la soddisfazione professionale. Le aziende e le organizzazioni possono svolgere un ruolo chiave in questo processo, offrendo supporto e risorse per aiutare i dipendenti a gestire lo stress e a mantenere un equilibrio salutare nella loro vita lavorativa.